curiosità stroriche padovane  1°

La miniatura a Padova nel Rinascimento
(di Alessandra Griguolo)

Miniatura, deriva dal termine latino minium,un particolare minerale dal quale si ricavava il colore rosso. Usato per decorare e realizzare le lettere iniziali dei capitoli dei piccoli manoscritti ed incunaboli (nome dato ai primi prodotti della tipografia). 

Dopo la fioritura della miniatura nel periodo dei Carraresi con la presenza del Petrarca nel 1405 la città perde la sua indipendenza per passare sotto il dominio della Serenissima ma non perde la sua identità culturale soprattutto nel 1431 quando diverrà vescovo di Padova, Pietro Donato, veneziano, grande conoscitore antiquario che nel 1433 fu incaricato da papa Eugenio IV al Concilio Basilea. Qui acquisì alcuni codici antichi di epoca carolingia che divennero il modello come impostazione di pagina e di scrittura per molti dei manoscritti padovani 

Miniature importanti si trovano alla Biblioteca Civica di Padova,dove conserva alcuni preziosi codici miniati riferibili all'epoca della signoria di Francesco Novello, tre dei quali appartenuti proprio a lui, come è trascritto in un inventario steso proprio da lui e conservato presso la Biblioteca Marciana di Venezia. Anche le decorazioni miniate nella decorazione della Reggia Carrarese e del Castello, sono presso la Biblioteca Civica.

Il "Liber cimeriorum dominorum de Carraria", databile tra la fine del XIV e gli inizi del XV secolo, contiene le lodi dei Carraresi espresse con i versi del maestro di grammatica Lazzaro de' Malrotondi da Conegliano, resi in lettere d'oro e arricchiti in ogni pagina dall'elegantissima miniatura raffigurante lo stemma con il carro e il cimiero.

Bellissime miniature della bottega dello Squarcione si trovano presso la biblioteca Marciana di Venezia.
L'Epistolario, realizzato nello stesso anno della morte di Ezzelino da Romano III è uno dei sommi capolavori del duecento. 

Artisti come Bartolomeo Sanvito,discendente da una nobile famiglia della città, Bernardo Bembo e lo stesso Mantegna portarono Padova a segnare numerosi ambienti culturali italiani. Con le prime tipografie, l'arte miniata acquistò uno splendore straordinario con gli incunaboli. Stampati in pergamena da maestri di grande valore, tra cui Giovanni Vendramin, che operò per il vescovo Jacopo Zeno la cui biblioteca è conservata pressoché intatta nella Biblioteca Capitolare di Padova, una delle più splendide raccolte di incunaboli al mondo.

Proprio perchè piccoli, questi libri miniati per la chiesa, per la città, per la corte in Europa, sono conservati in diversi musei o biblioteche,resta indubbio che in quel periodo la vitalità dello studio padovano, frequentato da allievi di tutta Europa, il vigore della chiesa locale e delle comunità religiose, prime tra tutte l'abbazia di Santa Giustina ed il convento di Sant'Antonio, la vitalità delle istituzioni civili e la vivacità di un'impegnata aristocrazia culturale fecero della città uno dei maggiori centri della produzione libraria in Italia, dal medioevo al rinascimento.

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